Terapia breve strategica
Il modello di terapia breve strategico è un modello di intervento psicologico formulato da Paul Watzlawick e poi evoluto dal Prof. Giorgio Nardone.
A differenza di molti modelli di psicoterapia tradizionale, l’intervento si basa sul raggiungimento di obiettivi concreti nel qui e ora, attraverso l’utilizzo, da parte del terapeuta, di manovre, strategie e stratagemmi che permettono di lavorare sul modo in cui la persona percepisce e affronta la propria difficoltà o problema.
Uno dei costrutti fondamentali è quello di “tentata soluzione disfunzionale”, cioè la o le strategie che le persone mettono in atto per superare le loro difficoltà e che magari hanno funzionato in passato o con problemi simili, ma che finiscono per alimentare il problema, aumentando la sofferenza e creando un circolo vizioso dal quale la persona non riesce ad uscire in autonomia.
Come affermava San Tommaso D’Aquino: «Non esiste nulla nell’intelletto che non passi prima per i sensi» e il terapeuta attraverso la tecnica, la comunicazione e la relazione in terapia, accompagna la persona verso il raggiungimento dei propri obiettivi e del proprio benessere.
L’intervento breve strategico inizia fin dalla prima seduta, dove il terapeuta, attraverso il «dialogo strategico» - una particolare tecnica di conduzione del colloquio clinico messo a punto dal Prof. Giorgio Nardone – scopre, insieme al paziente, come funziona il problema in quella specifica persona, coppia o famiglia. Questo consente di avviare fin da subito un intervento mirato e focalizzato che rispetta l’unicità e le caratteristiche di ciascun individuo.
Avvalendosi di una rigorosa metodologia empirico-sperimentale e l’utilizzo di specifici protocolli per alcuni tipi di patologia, l’approccio breve strategico consente cambiamenti concreti in tempi brevi anche per patologie che persistono da molto tempo.
Thomas Sterns Eliot